I ponti in cemento armato a Verona nel Novecento
I ponti in cemento armato a Verona nel Novecento Angelo Bertolazzi e Renzo Savoia
Nel corso del Novecento la città di Verona ha visto la costruzione di ben i 17 ponti, la cui realizzazione è strettamente legata allo sviluppo urbano. Alcuni sono stati costruiti ex-novo negli anni ’30, come ponte Catena, ponte della Vittoria e ponte San Francesco, o ricostruiti come i ponti Garibaldi, Umberto, Navi e Aleardi, che videro la sostituzione delle vecchie strutture metalliche ottocentesche con il cemento armato. Tutte queste infrastrutture vennero distrutte, insieme ai ponti storici – Scaligero e Pietra – alla fine della Seconda Guerra Mondiale e ricostruite a partire dal 1946; tra la fine degli a anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vennero realizzati ponte del Risorgimento e ponte del Saval, sempre per assecondare la crescita della città.
Il volume analizza – attraverso i documenti di archivio – i ponti in calcestruzzo armato, narrando la storia del progetto e dei cantieri che hanno caratterizzato la Verona del Novecento. Il lavoro approfondisce dal punto di vista storico, tecnico e progettuale l’impiego del calcestruzzo armato – il materiale innovativo e simbolo della modernità – nel contesto dei ponti veronesi. L’obbiettivo è quello di essere un primo passo per la conoscenza dei manufatti, in vista anche del loro recupero e della loro gestione.
Cantieri sull'Adige. Trasformazioni urbane a Verona negli anni Trenta
Cantieri sull'Adige. Trasformazioni urbane a Verona negli anni Trenta Luigi Stendardo
Nel corso degli anni Trenta fu condotta una seconda tranche di lavori di difesa dall’Adige, a completamento di quelli iniziati all’indomani della piena del 1882. I cantieri durarono dal 1929 al 1936, quando venne inaugurato il lungadige del Littorio, ora di San Giorgio. Rispetto al progetto originale ottocentesco, che prevedeva l’inalveamento del tronco urbano del fiume attraverso possenti argini di laterizio e pietra, con i lungadige novecenteschi si crearono delle situazioni urbane differenti, pur sempre dettate da precise esigenze idrauliche. Se il lungadige Campagnola è caratterizzato dalla verticalità del muro, negli altri vennero realizzati piani inclinati e rampe di collegamento tra strada e fiume, dando luogo a una significativa trasformazione dello spazio e del paesaggio urbano.
Il volume raccoglie la documentazione fotografica d’archivio dei cantieri dell’Adige. Gli scatti sui lavori condotti dal Regio Genio Civile diventano un’occasione di riflessione sul cantiere, una fase significativa per l’immagine e la vita della città, di cui spesso si perdono la memoria e il senso. Dall’indagine sui lavori degli anni Trenta, emergono una originale visione sulle potenzialità del cantiere per la città contemporanea e una innovativa prospettiva di re-immissione nella forma e nella vita urbana della straordinaria documentazione conservata presso gli archivi veronesi.
Opere pubbliche nell’area di San Giorgio nel Novecento
Opere pubbliche nell’area di San Giorgio nel Novecento Angelo Bertolazzi
Nel corso degli anni Trenta l’area di San Giorgio compresa tra ponte Garibaldi e ponte Pietra è stata oggetto di profonde trasformazioni legate all’espansione urbana verso Borgo Trento e ai lavori di difesa dal fiume Adige. Tra il 1932 e il 1933 venne ricostruito ponte Garibaldi, mentre tra il 1935 e il 1936 fu realizzato il lungadige del Littorio, causando la demolizione delle case di Sant’Alessio e di Santo Stefano, l’ultima parte della città a diretto contatto con il fiume.
I lavori documentati dalle fotografie del Regio Genio Civile sono testimoni di quel fervore edilizio che contrassegnò Verona negli anni tra le due Guerre Mondiali e che, attraverso interventi infrastrutturali, non solo assecondò lo sviluppo verso l’esterno, ma trasformò profondamente l’immagine storicamente consolidata della città. Il volume proposto raccoglie queste testimonianze, lasciando raccontare alle immagini quei momenti di profonda trasformazione urbana della città.