La Veronetta del Tocatì
Date mostra
VICOLO FONTANELLE
13, 14, 15 settembre 2024
La Veronetta del Tocatì a cura di Associazione AGILE e Associazione Cocai in collaborazione con Palazzo Bocca Trezza, Associazione Giochi Antichi
In occasione della XXII edizione di Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, sono state realizzate più di cinquanta schede che raccontano i principali punti di interesse storico-architettonico del quartiere di Veronetta, che per la prima volta ha ospitato il Festival. Le schede sono state esposte all’esterno di Palazzo Bozza Trezza su vicolo Fontanelle.
Le schede hanno accompagnato i giocatori del Tocatì per le vie di Veronetta, raccontando le origini dei palazzi, monumenti e attività che un tempo la popolavano. Il tutto corredato da foto che pongono a confronto gli edifici che possiamo vedere oggi con, quando possibile, il loro aspetto in passato.
I ponti di Verona nel Novecento - I Ponti storici
Date mostra
SEDE SABAP DI VERONA
23 settembre - 29 dicembre 2023
I ponti di Verona nel Novecento - I Ponti storici a cura di Associazione AGILE, Soprintendenza ABAP di Verona
Il ponte Pietra e il ponte Scaligero, assieme a tutti gli altri ponti cittadini, furono fatti esplodere dall’esercito tedesco in ritirata il 25 aprile 1945, con un atto di ostile e barbaro fanatismo, del tutto irrilevante ai fini bellici.
Se per i ponti “moderni” la ricostruzione fu avviata e procedette in tempi strettissimi (1946-1953), per i due ponti storici la decisione - unanime - delle autorità statali e locali consentì una sostanziale dilatazione dei tempi, necessaria per svolgere un’operazione senza precedenti nella storia della città per le metodologie tecniche e scientifiche impiegate.
I lavori al ponte Scaligero presero così il via nel 1950 per concludersi l’anno successivo, mentre quelli al ponte Pietra si compirono fra il 1957 e il 1959. Entrambi gli interventi furono diretti dall’allora Soprintendenza ai Monumenti di Verona, guidata dall’architetto Piero Gazzola.
Lo studio, la progettazione e l’esecuzione delle opere intesero ricomporre l’autenticità dei due manufatti attraverso l’uso di tecniche costruttive tradizionali e il recupero, per quanto possibile, dei materiali e degli elementi storici crollati in Adige.
L’esito fu esemplare ed estremamente significativo anche per la storia del restauro, tanto che la metodologia assunta a Verona fu trasferita ad altri casi-simbolo della ricostruzione post bellica, primo fra tutti quello del ponte di Santa Trinità a Firenze.
Borgo Venezia nel tempo
Date mostra
Piazza Libero Vinco
12 marzo 2023
Borgo Venezia nel tempo a cura di Associazione AGILE
In occasione delle "Giornate della sostenibilità", organizzate dal Comune di Verona, piazza Libero Vinco e via Cesare Betteloni sono state chiuse al traffico veicolare.
Con il desiderio di raccontare come era il cuore del quartiere di Borgo Venezia prima del boom edilizio, sono state raccolto circa una trentina di fotografie che ne descrivono la storia dall'inizio del Novecento fino agli anni Sessanta.
Le foto storiche sono accompagnate da immagini riprese al giorno d'oggi utilizzando un'inquadraura simile, in modo da poter osservare come le aree di piazza Libero Vinco e di via Cesare Betteloni sono cambiate nel tempo.
Le fotografie provengono in parte dall'archivio dell'edilizia privata del comune di Verona, altre dall'archivio generale del comune, nonchè da collezioni private.
Oltre all'associazione Agile sono parte dell'iniziativa il Comune di Verona e la Circoscrizione Sesta, il gruppo Auser di Borgo Venezia e il bar Samo di piazza Libero Vinco.
I ponti di Verona nel Novecento - I ponti in cemento armato
Date mostra
Palazzo Barbieri
27 ottobre - 14 novembre 2020
01 ottobre - 23 ottobre 2021
I ponti di Verona nel Novecento - I ponti in cemento armato a cura di Associazione AGILE, Comune di Verona (Archivio Generale)
Nel corso del Novecento la città di Verona ha visto la costruzione di ben 17 ponti, la cui realizzazione è strettamente legata al suo sviluppo urbano.
Infatti, nei primi decenni del secolo, la necessità di rendere più efficienti le comunicazioni portarono alla costruzione di nuove infrastrutture quali ponte Catena (1929) e ponte San Francesco (1929) per garantire i collegamenti esterni al centro, mentre ponte della Vittoria (1930) per collegare il neonato quartiere Trento con il centro cittadino, commemorando i caduti della Grande Guerra.
Il continuo aumento del traffico veicolare portò al rifacimento dei ponti Garibaldi (1935), Umberto (1936), delle Navi (1937) e Aleardi (1939), che videro la sostituzione delle vecchie strutture metalliche ottocentesche con nuove in cemento armato, all’epoca il materiale moderno per eccellenza.
Tutti i ponti vennero distrutti, insieme a quelli storici - Scaligero e Pietra - alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La loro ricostruzione iniziò immediatamente a partire dal 1946 e terminò nel 1953 con l’inaugurazione di ponte della Vittoria.
Inoltre, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vennero realizzati ponte del Risorgimento e ponte Unità d’Italia, sempre per assecondare la crescita della città del secondo dopoguerra.
La ricerca, svoltasi nell’ambito del progetto Archivi del Costruito Veronese in Rete (ARCOVER), è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione dell’Archivio Generale del Comune, dell’Archivio di Stato di Verona (che conserva l’Archivio del Genio Civile), dell’Archivio della Soprintendenza, della Biblioteca Civica, dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere e dell’Archivio Piero Gazzola. E’ stato quindi possibile mettere in relazione, per la prima volta, i diversi fondi archivistici potendo così ricostruire nel dettaglio quelle vicende che hanno coinvolto l’intera comunità civile, dai professionisti agli amministratori, dalla popolazione alle imprese.
La mostra, inserita in una rassegna di tre tappe è stata chiusa anticipatamente causa COVID. Grazie alla collaborazione con Verona360 è disponibile nella versione virtuale: https://virtualtour.verona360.it/IPontidiVerona/
I ponti di Verona nel Novecento - Ingegneria e Architettura
Date mostra
Archivio di Stato di Verona
01 ottobre - 23 ottobre 2021
I ponti di Verona nel Novecento - Ingegneria e Architettura a cura di Associazione AGILE, Archivio di Stato di Verona
Nel corso del Novecento la città di Verona ha visto la costruzione di ben 17 ponti, la cui realizzazione è strettamente legata al suo sviluppo urbano. Nel corso degli anni ’30 vennero costruiti ponte Catena (1929), ponte San Francesco (1929) e ponte della Vittoria (1930),mentre negli stessi anni vennero ricostruiti in cemento armato i ponti Garibaldi (1935), Umberto (1936), delle Navi (1937) e Aleardi (1939).
La guerra portò alla distruzione di tutti i ponti, compresi quelli storici, il medievale ponte Scaligero e quello della Pietra di epoca romana. La ricostruzione iniziò subito dopo la fine delle ostilità e tra il 1946 e il 1959 tutti i ponti vennero ripristinati. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 vennero realizzati ponte del Risorgimento e ponte Unità d’Italia, sempre per assecondare la crescita della città del secondo dopoguerra. Questa intensa attività ha visto come protagonisti architetti, ingegneri e geometri, impegnati nel progetto, nel calcolo e nel cantiere dei diversi ponti. Di particolare rilevanza è stato il contributo dell’Ufficio del Genio Civile di Verona che svolse un importante ruolo nel progetto e nella realizzazione dei ponti Veronesi, sia negli anni ’30 e, soprattutto, negli anni ’40 durante i difficili anni della ricostruzione postbellica. A Verona lavorarono anche, come consulenti delle imprese di costruzione, alcuni tra i più famosi esponenti dell’ingegneria italiana: Luigi Santarella, Giuseppe Albenga, Arturo Danusso, Luigi Stabilini e Pier Luigi Nervi.
Starting the six - biciclettata per la ZAI
Date mostra
Zona Agricolo Industriale
21 settembre 2019
29 maggio 2021
26 giugno 2021
Starting the six - biciclettata per la ZAI a cura di Interzona, Associazione AGILE
Conosci la ZAI?
1. “Sì, è una brutta zona. Di interessante c’è solo la fiera, un centro commerciale e una discoteca.”
2. “Sì, è una zona industriale. E’ molto frequentata ma solo da chi ci lavora. Alla sera però è deserta.”
3. “Sì, è piena di mezzi pesanti. Ci puoi andare solo in macchina o in moto. Non ci sono neanche i marciapiedi.”
Immaginando di rispondere alla domanda di un’amica straniera o di una città vicina ci siamo interrogati su quali fossero le risposte più spontanee che le avremmo fornito. Ci siamo accorti che subito l’immaginario ci ha riportato alle seguenti risposte.
Per verificare la bontà di questi pregiudizi abbiamo deciso di organizzare insieme agli amici di Associazione A.G.I.L.E. e FIAB Verona una biciclettata in ZAI per esplorare un’area al di fuori delle rotte quotidiane di cittadini e turisti di Verona. Si tratta di una pedalata di un’ora e mezza che prevederà tre soste, momenti per una divulgazione storica sugli elementi di maggior interesse.
Il fine dell’evento è, oltre a fare un po’ di attività fisica, quello di conoscere un’area della città spesso sottovalutata e di stimolare i partecipanti a confrontarsi con il proprio immaginario, individuando potenzialità e criticità della zona industriale.
La biciclettata si inserisce all’interno di “Starting the Six”, un microfestival urbano realizzato il 21 settembre 2019 come primo evento in vista del più ampio festival “6to6: Zona Artistica Itinerante” che sarà realizzato nel 2020. [IZ]
La manifattura tabacchi a Verona - Coltivazione e lavorazioni del tabacco
Date mostra
BIBLIOTECA CIVICA DI VERONA
9 settembre – 5 ottobre 2019
ARCHIVIO DI STATO DI VERONA
11 ottobre – 25 ottobre 2019
ISTITUTO TECNICO CANGRANDE DELLA SCALA
15 novembre – 10 dicembre 2019
SEDE CIRCOSCRIZIONE 4° COMUNE DI VERONA
12 dicembre – 16 dicembre 2019
La manifattura tabacchi a Verona - Coltivazione e lavorazioni del tabacco a cura di IVRES, Associazione AGILE
La Manifattura Tabacchi, situata all’ingresso della zona sud di Verona, rappresentava uno degli ultimi grandi complessi industriali della città ancora completamente preservato. La relativamente recente chiusura (2002) e la difficoltà di avviarne una trasformazione edilizia in tempi brevi, hanno permesso la conservazione di tutti gli edifici parte del ciclo manifatturiero. Nel suo primo sviluppo, la produzione industriale del tabacco a Verona trovò però sede in un’altra località ben più centrale. Infatti, l’insediamento del primo stabilimento veronese avvenne nel 1913 all’interno del gran-de edificio della Gallettiera di San Giorgio, costruito ancora nel 1873 da Giovanni Battista Francesco Pelanda. Quella che doveva essere una permanenza temporanea si prolungò fino agli anni ’40 quando le attività furono trasferite nella nuova sede di Borgo Roma. Qui, nell’area dell’ex Forte Clam, dirimpetto ai Magazzini Generali, già nel 1932 venne costruita la prima parte del complesso edilizio, il magazzino tabacchi greggi. Al grande edificio, costruito dall’impresa Siderocemento, nella quale figurava come consulente l’ing. Arturo Danusso, venne affiancata la nuova sede dei reparti pro-duttivi inaugurata il 21 aprile 1940. Data la sua posizione ravvicinata alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, il complesso della Manifattura fu più volte colpito dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante i danni subiti, che interes-sarono principalmente i corpi laterali del magazzino greggi, il comparto superò il conflitto per poi ampliarsi rapidamente nel dopoguerra. Tra gli anni ’50 e ’60 vennero costruiti il deposito botti, l’ufficio vendite e, so-prattutto, il grande nuovo deposito tabacchi greggi che, con la sua possente mole, domina viale del Lavoro.Il complesso della Manifattura Tabacchi è inoltre testimone dell’evoluzione delle tecniche costruttive che hanno coin-volto l’architettura italiana tra gli anni ’30 e ’60 del ’900, anni che hanno visto protagonista assoluto il calcestruzzo armato, diventando così un’interessante sintesi del periodo storico compreso tra l’autarchia ed il boom economico.
Opere pubbliche nell’area di San Giorgio tra Ottocento e Novecento
Date mostra
Biblioteca Civica di Verona
21 gennaio - 9 marzo 2019
ITS Cangrande della Scala
18 marzo - 5 aprile 2019
Archivio di Stato di Verona
11 maggio - 25 maggio 2019
Chiesa di San Pietro Martire
1 luglio - 26 luglio 2019
Opere pubbliche nell’area di San Giorgio tra Ottocento e Novecento a cura di Associazione AGILE
I lavori di sistemazione della zona di Porta San Giorgio e di riva Sant’Alessio eseguiti nella prima metà degli anni Trenta sono legati allo sviluppo novecentesco della città e si pongono in continuità con le opere in difesa dall’Adige realizzate dopo la piena del 1882.
A seguito dell’inondazione dell’ottobre del 1926 venne istituita una speciale Commissione del Ministero dei Lavori Pubblici, con lo scopo di studiare l’assetto globale dei fumi dell’Alta Italia, proponendo un’integrale sistemazione del sistema idrografico veneto. Tale programma portò alla pianificazione sia delle opere di ripristino che dei nuovi interventi lungo il corso dell’Adige e di altri principali fiumi veneti.
A Verona questo piano si concretizzò nell’esecuzione di un nuovo lungadige sulla riva sinistra dell’Adige, tra ponte Pietra e ponte Garibaldi, rendendo tuttavia necessaria la demolizione di tutte le case di via Sant’Alessio e via Santo Stefano e la rimozione dell’ultimo frammento in cui il contatto tra la città e il fiume era diretto. Il progetto, inutilmente osteggiato dal Consiglio Superiore di Antichità e la Sovrintendenza alle Belle Arti, oltre che da intellettuali ed artisti, guidati dal pittore Dall’Oca Bianca, venne predisposto dal Genio Civile in collaborazione con il Magistrato alle Acque e l’Ufficio Tecnico Comunale. I lavori, iniziati nel gennaio del 1935 vennero ultimati l’anno successivo e il 4 novembre del 1936 vi fu la solenne inaugurazione del nuovo lungadige “del Littorio”.
La Mostra vuole raccontare, attraverso le foto eseguite dal Genio Civile durante i lavori e con materiale dell’Archivio Generale del Comune di Verona, questi imponenti lavori che mutarono radicalmente l’area di San Giorgio ma che ci hanno consegnato un nuovo spazio urbano.
Il Lanificio Tiberghien a Verona
Date mostra
Biblioteca Civica di Verona
28 maggio - 23 giugno 2018
Il Lanificio Tiberghien a Verona a cura di IVRES, IVRR, Associazione AGILE
Prima della demolizione di buona parte della porzione est, il Lanificio Fratelli Tiberghien rappresentava un raro esempio, nel veronese, di un complesso industriale di inizio sec. XX ancora conservato nella sua complessità. Infatti, nonostante la divisione del complesso, avvenuta nel 1984, e il grave stato di abbandono che lo ha interessato dopo la dismissione del 2004, all’interno del lanificio erano ancora ben leggibili le continue trasformazioni edilizie dettate dalle necessità della produzione e dalle innovazioni tecnologiche.
Questa continua evoluzione lo aveva trasformato in un perfetto “catalogo” dell’architettura industriale del Novecento. Un “catalogo” impreziosito dalle importanti influenze francesi e unico nel veronese. Fino al giugno 2016 era infatti ancora riconoscibile quel particolare rapporto instaurato tra le travi reticolari sostenute da pesanti colonne in ghisa - progettate dallo studio di architettura industriale Lietard & Forest proveniente, come i Tiberghien, da Tourcoing - ed i più recenti “copponi” realizzati in calcestruzzo armato precompresso e qui utilizzati, dall’ingegner Bruno Fabbri, in modo inusuale, come chiusure verticali per definire i prospetti principali.
Un catalogo che, nonostante la perdita di alcune delle parti più antiche, ancora evidenzia delle eccellenze architettoniche come il fabbricato della filatura, eretto nel 1911 dalla ditta dell’ing. H. Bollinger di Milano, probabilmente il primo edificio costruito con struttura completamente in calcestruzzo armato nel Comune di Verona. Ancora più rara è la straordinaria salvaguardia della documentazione tecnica dei fabbricati, oggi conservata dall’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel fondo “Tiberghien”, che ha permesso di analizzare nel dettaglio ogni singola struttura e, in molti casi, dare un nome al suo progettista ed al suo costruttore.
Oggi, nonostante le gravi demolizioni, il “catalogo” ancora rivendica la sua presenza urbana, nell’attesa di una corretta e consapevole valorizzazione che ne esalti l’evoluzione ingegneristica ed architettonica un tempo vanto per l’intero territorio.
Verona in trasformazione 1920/1960
Date mostra
Archivio di Stato di Verona
23 settembre - 31 ottobre 2017
Verona in trasformazione 1920/1960 a cura di Associazione AGILE, Associazione La Quarta Luna, Italia Nostra sez. Verona, Progetto Musa Antiqua
Un singolare approccio per raccontare Verona e la sua storia urbana. A parlare i documenti provenienti dagli accertamenti imposte sui fabbricati, parte del fondo del Catasto Italiano di provenienza dall’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette (U.D.I.D.) di Verona. In esposizione gli elaborati grafici originali di progetti realizzati tra gli anni ’20 e gli anni ’60 . Sono 2.320 i progetti edilizi - residenziali e pubblici - censiti.
La mostra propone una sintesi del materiale analizzato e catalogato, esponendolo sia per aree geografiche specifiche della città, sia dando risalto ad alcuni dei progettisti più attivi del periodo storico in esame ed a oggi ancora non ben documentati.
Dei 2.320 progetti studiati, ne sono stati selezionati i più interessanti sia per tipologia edilizia e di trasformazione sia per la rilevanza architettonica.
Il percorso esposito propone una prima tavola sinottica che mette a confronto tutti i progetti oggetto di studio, che vengono suddivisi per zona di appartenenza, tipologia edilizia e anno di costruzione. Seguono poi nove tavole grafiche che illustrano i progetti edilizi suddivisi per area geografica, descrivendo lo sviluppo dei quartieri della città: il centro, borgo Trento, borgo Venezia, borgo Roma e Santa Lucia e borgo Milano. Queste sono intervallate da altrettanti pannelli che riportano le opere più interessanti di alcuni tecnici, ingegneri ed architetti, selezionati: ing. Marcello Tommasi, arch. Antonio Gregoletto, ing. Silvio Brutti, ing. Antonio Tonzig.
Ogni progetto edilizio è affiancato da una fotografia dello stato attuale dell’edificio, permettendo così curiosi confronti tra il progetto originale e la realtà odierna.
Infine, è esposta, in apposite bacheche una selezione di elaborati grafici originali, scelti sia per la loro completezza grafica che per la particolare tipologia.
La mostra vuole essere un invito a visitare dal vivo questo fondo, conservato presso l’Archivio di Stato, proponendo un “assaggio” del materiale documentale presente.